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Ossessioni e compulsioni

Tra le più gravi e invalidanti forme di psicopatologia possiamo sicuramente annoverare i disturbi dello spettro ossessivo compulsivo. Infatti, essi spesso, risultano piuttosto resistenti alle terapie farmacologiche e ai trattamenti attraverso le principali psicoterapie tradizionali.

Presentare un disturbo ossessivo compulsivo significa esibire rituali comportamentali e/o di pensiero che costituiscono una trappola psicologica dalla quale è difficile liberarsi. Essi possono arrivare a rendere la vita impossibile a chi ne soffre, ma anche a chi gli sta accanto.

Nei disturbi ossessivi e compulsivi la Terapia Breve Strategica prevede l’utilizzo di protocolli specifici di trattamento che portano in un’alta percentuale di casi ad una completa estinzione dei sintomi invalidanti.
PROBLEMI SESSUALI TRATTATI

Disturbo ossessivo-compulsivo

Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è una psicopatologia caratterizzata dalla presenza di ossessioni e compulsioni, che interferiscono con la vita quotidiana, causando disagio significativo.
Le ossessioni possono essere pensieri, impulsi, immagini vissuti come incontrollabili, ad esempio: "Ho paura di uccidere i miei genitori", "Ho paura di essere contaminato guardando gli altri", "Ho paura di far del male a qualcuno"...

Le compulsioni sono comportamenti o “azioni mentali” che la persona mette in atto in risposta a un’ossessione ed hanno la funzione di ridurre il disagio e di prevenire un qualche evento temuto, propiziare il futuro o riparare a qualcosa che è stato fatto. Il ripetere in maniera ridondante tali rituali produce un effetto rassicurante nella persona che sente così l’illusione di avere il controllo.

La persona con DOC, oltre a mettere in atto le compulsioni, tipicamente evita di entrare in contatto con ciò che lo spaventa, ricerca aiuto e rassicurazione dalle persone vicine. La persona pur consapevole dell’irragionevolezza delle proprie azioni, non riesce a evitare di metterle in atto, talvolta coinvolgendo il sistema familiare che diviene così ostaggio del disturbo ossessivo-compulsivo.
Non è solo la paura a poter dare avvio a un disturbo ossessivo-compulsivo: infatti, il DOC può presentarsi anche sotto forma di compulsioni basate sul piacere, come la tricotillomania, ovvero la compulsione a strapparsi i capelli, o la compulsione a tagliarsi, azioni che provocano sensazioni di dolore/piacere.

Disturbo ossessivo

La persona con disturbo ossessivo manifesta pensieri intrusivi che possono presentarsi sotto forma di immagini, frasi o parole vissute come disturbanti, in quanto arrivano alla mente in maniera
incontrollata e sono avvertiti come
indesiderati. L’oggetto delle ossessioni è estremamente vario e talvolta anche piuttosto bizzarro. A causa del continuo
rimuginio mentale la persona con disturbo ossessivo è spesso stanca e stressata. La tentata soluzione principale nel disturbo ossessivo consiste nel tentare di combattere i pensieri/immagini dal fine di scacciarli, ma pensare di non pensare è già pensare. La mente è “presidiata” e la perdita di controllo del pensiero allarma la persona che vive uno stato di malessere continuo che può portare a insonnia, difficoltà di concentrazione e irritabilità.

L’ossessività può manifestarsi anche come tratto di personalità, con la tendenza a programmare ogni cosa, sia nella vita personale, sia in quella professionale. Parole d’ordine dell’ossessivo sono: dovere, organizzazione, pianificazione e anticipazione. La sfera del piacere e assente o poco coltivata. Le persone ossessive di rado danno fiducia agli altri, non sono in grado in delegare, poiché sentono la necessità mantenere il controllo assoluto (e illusorio) su tutto. Sono persone molto performanti, efficienti e capaci di raggiungere gli obiettivi. Di fronte al mutare della vita, può succedere ad un certo punto che la persona ossessiva senta di non riuscire più a gestire le cose come vorrebbe, sente di perdere il controllo assoluto. Con il crollo delle certezze, possono manifestarsi: rabbia, frustrazione, sintomi psicosomatici, insonnia, fino a vere e proprie forme di “tilt psicofisico”.

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Dott.ssa Serena Fugazzi

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