Come sopravvivere psicologicamente alla quarantena.
23 Marzo 2020Ossessione di poter far del male alle persone
7 Settembre 2020Anginofobia, con questo termine si identifica la paura di morire soffocati a causa di un boccone di cibo per il timore che possa inavvertitamente andare di traverso. Nei casi più gravi la paura può essere riferita anche l’ingestione di liquidi.
Le persone con anginofobia vivono un dramma costante, che si accentua al momento del pasto. Il cibo viene vissuto come nemico, tanto da portare a frequenti attacchi di panico e ricorrenti pensieri ossessivi legati al cibo.
Si tratta di una fobia, che non segue i criteri della logica razionale, e può presentarsi con diversi livelli di intensità e gravità.
Le trappole che la persona con anginofobia si costruisce.
Nei racconti dei pazienti con anginofobia emerge frequentemente la presenza di un’esperienza vissuta come traumatica: l’ingestione di cibo andato di traverso, esperienza vissuta in prima persona, o anche soltanto da spettatore.
Questa prima esperienza, può portare a mettere in atto tutta una serie di azioni, nel tentativo di arginare la paura. Tentativi di soluzione, che anziché risolvere il problema, lo complicano ancora di più.
Ogni pasto inizia a essere vissuto con ansia crescente. Così la persona nel tentativo di controllare tutto il processo di consumazione del pasto, trasforma qualcosa di assolutamente naturale e spontaneo, qual è l’atto del mangiare e del deglutire, in un qualcosa di meccanico e iper-controllato.
La persona con anginofobia mette in atto dei comportamenti (o tentate soluzioni) che finiscono per peggiorare il problema:
La tentata soluzione principale per proteggersi dalla paura di soffocare è la selezione e l’evitamento progressivo dei cibi considerati pericolosi. L’evitamento genera un’immediata sensazione di sollievo, ma al tempo stesso conferma la pericolosità del cibo evitato. Infatti, rafforza la credenza “non sono rimasto soffocato perché non ho mangiato quel cibo”.
Reiterare nel tempo l’evitamento del cibo, va quindi a confermare l’idea di pericolosità e amplifica la paura, con conseguente ulteriore restringimento dei cibi ammessi.
La seconda tentata soluzione disfunzionale tipica è frullare i cibi, o prediligere cibi cremosi (come vellutate, gelati, creme…), in una sorta di regressione alimentare.
Conseguenze sul lungo termine
L’anginofobia spesso conduce a un graduale isolamento sociale, mangiare di fronte agli altri sembra impossibile, così si iniziano a evitare pranzi di lavoro e cene con gli amici. Nei casi più gravi si evita di mangiare anche di fronte ai familiari. In una società dove i rituali sociali sono prevalentemente legati alla consumazione di pietanze si capisce presto come un disturbo di questo tipo possa portare a un importante impoverimento delle relazioni sociali. L’alimentazione sempre più restrittiva e l’isolamento sociale, nel tempo possono condurre a forme depressive anche gravi.
Uscire dalla trappola. Il trattamento con la Terapia Breve Strategica.
In Terapia Breve Strategica, una volta indagato il funzionamento del problema e riconosciute le tentate soluzioni ridondanti, ci avvaliamo del protocollo di trattamento messo a punto per ogni specifico disturbo.
Nella fase d’intervento, il primo obiettivo del terapeuta è interrompere e neutralizzare le tentate soluzioni fallimentari, in quanto responsabili del circolo vizioso disfunzionale invalidante e generatore di sofferenza.
Il trattamento dell’anginofobia prevede prescrizioni standard insieme a particolari stratagemmi selezionati sulla base delle specificità del caso.
L’insieme di strategie e manovre terapeutiche guidano la persona a sperimentare dei piccoli e progressivi rischi quotidiani rispetto all’assunzione del cibo. Si parte da ciò che viene vissuto come meno pericoloso, con l’obiettivo di reintrodurre gradualmente cibi dalla consistenza diversa.
La gradualità consente alla persona di superare il proprio limite attraverso vere e proprie esperienze emozionali correttive. Grazie alle piccole ma importanti nuove esperienze concrete il paziente modifica le percezioni legate al cibo.
In un un disturbo gravemente limitante qual è l’anginofobia, la capacità della Terapia Breve Strategica di ottenere risultati in tempi ragionevolmente brevi, ovvero mesi e non anni, diviene un requisito fondamentale. Presto il paziente può tornare a nutrirsi normalmente e a riconquistare i propri spazi di vita.
Se vuoi sapere di più su come funziona una psicoterapia con Terapia Breve Strategica leggi qui.